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Bandella
Generalmente una spranga di ferro battuto appiattita che viene fissata (con viti e chiodi) a un’anta per consentirne la rotazione; la locuzione corretta è "cardine a bandella". Il termine viene anche usato per indicare, in alcune tipologie di tavoli, l’ala laterale ribaltabile del piano (tavoli "a cancello").

Biedermeier
Stile del mobilio costruito in Austria e Germania durante il periodo della Restaurazione (1815-1848). Stile che predilige funzionalità e semplicità ma non sottovalutandone l’eleganza.

Bois de Rose
Legno utilizzato per intarsi e lastronature proveniente dall’America meridionale. Malgrado il suo nome, non è un legno proveniente dalla pianta della rosa ma una varietà del palissandro.

Boiserie
Espressione francese che designa il rivestimento delle pareti di un interno con pannelli lignei, già amato da principi e signori del Rinascimento per i loro studioli. Ebbe una straordinaria applicazione nelle sfarzose dimore della Francia del Settecento, dove si arricchì di decorazioni a intaglio, intarsi, dorature e laccature, pannelli dipinti o ricoperti di specchi.

Bonheur du jour
Tavolino d’uso femminile, in voga in Francia nel secondo Settecento, soprattutto durante il regno di Luigi XVI. Il piano, era munito di un'anta ribaltabile incernierata o di un ulteriore piano scorrevole che potevano essere utilizzati come scrittoi. Su di esso poggiava, in posizione arretrata, una piccola alzata a cassettini e scomparti. Riuniva in sè le funzioni di piccola scrivania, secrètaire e toeletta.

Bookcase
Voce inglese usata per indicare mobile per contenere libri. Nasce nel Settecento e diventa di largo uso nel secolo successivo. E' solitamente strutturato in due corpi, chiusi da sportelli a vetri o a pannelli, e suddiviso in sezioni verticali. Il corpo inferiore, sporgente rispetto al superiore, ha scaffali più ampi e distanziati così da contenere libri di formato più grande. Nel corso del tempo si sono sviluppati diversi modelli di librerie: la low bookcase, priva del corpo superiore; la revolving bookcase, girevole, di forma quadrata o cilindrica, a più scaffali sovrapposti (talvolta di misura decrescente); la breakfront secretary bookcase, con un cassetto centrale munito di un'anta ribaltabile utilizzabile come scrittoio.

Boulle, tecnica
È una tecnica a intarsio molto originale che prende il nome dal notissimo ebanista di Luigi XIV, André-Charles Boulle. Tale tecnica consiste nel ritagliare, come nei lavori di traforo, due lamine accostate, una di metallo e l’ altra di tartaruga o di altro materiale analogo. Si ottengono due parti perfettamente identiche e ugualmente ritagliate e sagomate con cui si costituisce, a piacimento, il fondo e il disegno. Si possono avere, perciò, due pannelli decorativi: di volta in volta si può adattare come fondo la lamina di tartaruga e come disegno quella in metallo, oppure viceversa. Nel primo caso il pannello sarà più pregiato e verrà chiamato in parte (en première partie), nel secondo caso verrà chiamato in controparte. Il lavoro non finiva qui, perché nei casi in parte la lamina metallica veniva rifinita a bulino. Tale tecnica rendeva il mobile così lavorato più sontuoso a volte anche un po' pesante; fu, comunque, utilizzata ininterrottamente, per alcuni arredi, fino al Secondo Impero, cioè agli anni di Napoleone III.

Buffet
Voce francese che indica un mobile atto a contenere e a esporre piatti e vivande, costituito generalmente da una parte inferiore, configurata come una credenza, e una superiore come un'alzata rientrante con ripiani a vista o con ante a vetri. Con tale tipologia il buffet venne adottato soprattutto dalla media e bassa borghesia come mobile per la sala da pranzo.

Capodimonte, porcellana di
La porcellana di Capodimonte deve il suo nome alla zona collinare di Capodimonte a Napoli dove, nella metà del Settecento, il re Carlo di Borbone e sua moglie Maria Amalia di Sassonia fondarono la Real Fabbrica di Capodimonte. Oltre al Museo di Capodimonte le porcellane prodotte da questa celebre fabbrica sono conservate in pregevole quantità anche al Museo Duca di Martina, detto anche "Floridiana", al Museo Gaetano Filangeri e al Museo Diego Aragona Pignatelli Corte

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